La riconosci quell’energia che ti ha portato fino ad essere quello che sei? Quella spinta che ti muove sulla strada per essere il meglio di te, adesso? Quel costruirti, una fatica alla volta?

I cambiamenti sono faticosi, segnano una discontinuità rispetto all’abitudine, richiedono presenza, consapevolezza, impegno, e prima ancora fiducia. Non una fiducia vaga, astratta, quel pensare positivo che ritengo una forzatura e che per quanto mi riguarda mi corrisponde poco. La fiducia a cui mi riferisco è quella che si costruisce proprio a partire dal fidarsi delle proprie emozioni scomode.

Cosa ti dice l’ansia, l’insoddisfazione che colora le giornate, il nervosismo, la rabbia, la paura, o la tua cronica stanchezza?

Siamo abituati a voler staccare la spina a tutte queste emozioni scomode che ci fanno dormire sonni inquieti, che ci chiedono attenzione.

La lotta contro le emozioni scomode è una dispersione di energia, un agire che è perdente. Se vogliamo raggiungere obiettivi che siano in sintonia con quello che autenticamente siamo, dobbiamo attuare un cambio di paradigma nei loro confronti

E se dessimo loro attenzione, a quali rischi andremmo incontro? 

Molte delle mie conquiste, personali e professionali insieme,  sono state frutto di scelte e decisioni difficili, di grandi fatiche. Mi accorgo, solo dopo aver compiuto il cambiamento, che la fatica più grande è stata quella del dare fiducia ed ascolto proprio a quelle emozioni scomode. Emozioni “campanello”, che vengono a disturbare e a ri-svegliarti, facendolo anche in malo modo. 

A guardare a ritroso la strada che mi ha portato a compiere quelle scelte trasformative e migliorative, raggiungendo obiettivi che sento allineati ed autentici per me, integrati con quella che sono, sento ancora addosso tutta la fatica del voler “aggiustare” quella scomodità.

Quella battaglia era un lottare contro me stessa, contro quella spinta vitale che voleva  andare verso il meglio e non voleva “aggiustarsi”. La resa e l’accettazione radicale di quelle emozioni scomode, non è cosa semplice, dar loro ascolto è controintuitivo

Prendiamo ad esempio l’ansia, più non la vorresti sentire, più diventa opprimente e dolorosa.

Con la mindfulness ho appreso, controintuitivamente, a lasciarle spazio e a darle ascolto e valore.

Il mindful coaching un aiuto per ritrovarsi e andare coi propri passi proprio là dove vorremmo andare

Stare in intimità con la propria ansia, accoglierla senza averne paura. Ascoltare in profondità quello che si prova,  che sia piacevole o meno, senza giudicarci, senza aggiungere commenti, senza cercare di cambiare o aggiustare nulla di quello che si presenta.

Riconoscere e accettare quello che c’è, in questo preciso momento, è il primo e più coraggioso passo per andare incontro al nostro autentico potenziale.

Tra le pieghe delle emozioni scomode è proprio lì che si nasconde la nostra forza, il nostro talento, il nostro cambiamento. Un cambiamento che ha radici nel presente, nell’accettazione, radicale, del presente.

Questo articolo ha un commento

  1. Grazie Dalia condivido. Provare per credere e crescere.

I commenti sono chiusi.

Chiudi il menu