Si fa presto a dire obiettivo

Si fa presto a dire obiettivo, nella teoria, ma nella pratica?

Questo periodo di fine anno, di bilanci e propositi, può essere l’occasione per individuare e mettere a fuoco i propri obiettivi futuri, dare loro corpo, forma e una temporalità. Che emozioni suscita questo lavoro di individuazione?

La parola “obiettivo” potrebbe evocare, in prima battuta, un po’ d’ansia e agitazione, si connette al “dovere”, alla prestazione. D’altro canto potrebbe anche risvegliare il senso di autodeterminazione. Se penso ai miei obiettivi, quelli che autenticamente sento miei, e non a quelli che rientrano nella sfera del dovere, mi si apre un mondo di possibilità.

Cosa voglio per me, tra un’ora, un mese, un anno? Se il desiderio ci fa sognare, l’obiettivo ci rende protagonisti mobilitando le energie e la nostra motivazione verso l’azione concreta. La poesia del sogno diviene, attraverso la definizione degli obiettivi, pragmatica e impegno concreto. Il segreto è allora quello di tenere una doppia visione, quella del desiderio, che è aperta, spaziosa, immaginativa, liberatoria, e quella dell’obiettivo, che connette alla realizzazione, al io posso, io agisco, io voglio. Sorvolo in ampiezza e vado in profondità, tengo insieme queste dimensioni, come uno zoom che mi permette di utilizzare il grandangolo e il teleobiettivo insieme.

Volate alto, non censuratevi

Cosa voglio ottenere, raggiungere, cosa voglio per me? La tentazione è quella di rimanere in superficie, abbozzare e poi sospirare. Ecco non fermatevi, immergetevi, definite, quantificate, esplorate, nutrite la vostra intenzionalità, allenatela.

Volate alto, non censuratevi, liberate la vostra ambizione, visualizzatevi nella situazione di massima soddisfazione e realizzazione. Godetevi il momento, è vostro. Descrivete a parole, con più dettagli possibili, questa immagine realizzata di voi. Chi ha dimestichezza con la scrittura, può fissarla su carta, prenderne nota, anche come appunto veloce sullo smartphone.

Come vi sentite? Che emozioni emergono e si smuovono a fare questo esercizio? Paura, piacere, rassegnazione, entusiasmo, scetticismo, insicurezza, incredulità, sollievo? Non scappate, restate sul pezzo. Prendete nota di cosa accade, delle differenze che si evidenziano. Incontrate resistenze? Diamo loro un nome, pronunciamole ad alta voce ed ascoltiamo cosa hanno da dirci? Che dialettica si crea quando l’universo del desiderio incontra le frontiere delle resistenze alla sua realizzazione?

“Un elefante si mangia un pezzo alla volta”, individuare e realizzare quindi un obiettivo alla volta, a breve, ben calibrato, misurabile, aiuta a non smarrirsi, a superare pragmaticamente quei blocchi che stanno nella mente e frenano l’iniziativa. La progressiva realizzazione di un obiettivo dopo l’altro, ci trasforma e migliora, quasi “a nostra insaputa”, l’autostima, o meglio il senso di autoefficacia, la percezione del nostro potenziale.

Buone feste! Con l’augurio che ciascuno possa prendersi cura dei propri obiettivi, anche a febbraio, aprile, ottobre, non solo a dicembre.

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